Trashware adempimenti

Francesco Ferrantino franksoft1973@gmail.com
Lun 23 Mar 2015 21:33:59 CET


Ho spedito tempo fa una mail con la quale chiedevo chiarimenti sul
trashware ai soci ILS. Queste sono le risposte:

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L'azienda che vuole dismettere i propri PC, deve rilasciare un DDT
> oppure una dichiarazione di donazione firmata sia dall'azienda che
> dall'associazione?
>

Un DDT ci vuole sempre, a prescindere che il materiale sia donato o
comprato.
Probabilmente per l'azienda e' comodo "vendervi" il materiale, ovvero
emettere una fattura con un importo simbolico, tipo 1 euro per tutto,
che giustifichi lo scarico dei PC dai loro beni. Ufficialmente loro
vendono, voi comprate, e tutto e' in regola.

Badate che la grana piu' grossa del recupero PC non e' il recupero PC ma
il loro smaltimento: inevitabilmente trattando molto materiale vecchio
saltano fuori componenti rotti o malfunzionanti, che solitamente si
possono portare gratuitamente negli appositi spazi per il recupero
(trattandosi di rifiuti pericolosi ed inquinanti), ma esistono dei
limiti quantitativi oltre i quali venite considerati a vostra volta
"azienda" ed il recupero lo fanno pagare. Tanto. Un tot al chilo.
Se avete intenzione di fare un po' di volumi (volumi = 100 PC all'anno)
correte al Comune, parlate col vostro assessore all'ambiente, e vedete
se riuscite a farvi pagare lo smaltimento del surplus della vostra
attivita'. A Cesena lo hanno  fatto qualche anno fa, qui a Torino ci
stiamo provando, questa settimana vado a conoscere un'altra realta'
piuttosto grossa dalle parti di Varese e posso immaginare abbiano fatto
altrettanto.

--
Roberto Guido
http:// <http://madbob.org/>madbob.org

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Ciap.
Dico la mia, solo x aggiunta a cio già detto che rimane valido.

Ho sentito dire :) che una ditta dopo aver dismesso una certa quantita di
pc con apposita documentazione poi li ha sempkicemente donati e fatti
portar via a un LUG, senza altre ricevute o documenti, tanto i pc non
esistevano più.

Ripeto, ho sentito dire ;) e qualcuno che legge l'ha sentito dire pure lui
:)

Una strada possibile.
Occhio solo ai rifiuti di scarto, se sara attivita ripetuta di frequente.

Ciao
Felici Fabrizio

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> Probabilmente per l'azienda e' comodo "vendervi" il materiale, ovvero
> emettere una fattura con un importo simbolico, tipo 1 euro per tutto,

Attenzione che fatture di importo risibile tendono a far scattare campanelli
d'allarme per ''smaltimento non conforme''.

Se il destinatario finale è una scuola, associazione, carcere, ... è
possibile utilizzare in tutta tranquillità il 'D.M.25 maggio 2001, n. 264':

        http://
<http://www.assieme.re.it/pagine72194/arc00113Dm%20264-01.pdf>
www.assieme.re.it
<http://www.assieme.re.it/pagine72194/arc00113Dm%20264-01.pdf>/pagine72194/
<http://www.assieme.re.it/pagine72194/arc00113Dm%20264-01.pdf>
arc00113Dm%20264-01.
<http://www.assieme.re.it/pagine72194/arc00113Dm%20264-01.pdf>pdf
<http://www.assieme.re.it/pagine72194/arc00113Dm%20264-01.pdf>

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ricordo con piacere i pionieri del trashware
http:// <http://golem.linux.it/wp/donazioni/>golem.linux.it
<http://golem.linux.it/wp/donazioni/>/ <http://golem.linux.it/wp/donazioni/>
wp <http://golem.linux.it/wp/donazioni/>/donazioni/
<http://golem.linux.it/wp/donazioni/>
ad un incontro a firenze di una decina di anni fa si parlava comunque di
ritirare solo pc funzionanti. lo scopo era per l'associazione di non
perdere troppo tempo nella riparazione e per l'azienda che dismetteva di
spendere meno nello smaltimento.

fausto

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Ciao!

Segnalo anche il sito del Faber LIbertatis:
http:// <http://faberlibertatis.org/>faberlibertatis.org/
<http://faberlibertatis.org/>

L'associazione è attiva da circa 10 anni e ha raccolto un sacco di
documentazione sul sito.

Con gli enti e le aziende, quando gestivo io la parte amministrativa,
abbiamo fatto quasi sempre una fattura di scarico, al costo simbolico di
pochi euro che venivano contestualmente donati da qualcuno dell'azienda,
così non vi erano oneri per nessuno. La procedura è sempre stata approvata
dai commercialisti, credo sia la cosa fiscalmente più pulita. Attenzione
che il DDT non basta! perché deve esservi contestualmente un passaggio
fiscale dall'ente/ditta all'associazione (vedi documenti sul sito faber).

Tra le molte cose che si imparano strada facendo,  vanno tenute in
particolare attezione queste (già dette, ma le ridico in versione faber):

- meglio acquisire solo pc funzionanti e non troppo obsoleti, altrimenti
non si riesce a reimpiegarli. Attenzione che è più veloce di quel che
sembra l'accumulo di materiale inutile e poi è più difficile di quel che
sembra smaltirlo (sia in termini di forza lavoro che in termini di accesso
alle reciclerie).

- Dovete informarvi sulle regole di smaltimento del vostro comune e provare
a capire se potete usufruire di una agevolazione, vista la vostra attività
di recupero. Lo smaltimento, se non viene fatto dal privato cittadino, per
un numero limitato di pezzi, ha un costo (vale in tutta Italia e  dipenda
in parte dalla RAAE). A PAdova, ad esempio, nonostante il faber sia APS,
nonostante i vari contatti e le tante collaborazioni anche con il comune,
con enti di tutti i tipi e con il CSV, non siamo risciti a fare una
convenzione con l'azienda di smaltimento. Uno dei motivi era che non
potevamo dimostrare che tutti i pc recuperati venivano dall'area comunale
(alcune aziende e alcuni privati donatori erano infatti extra comune, noi
tenevamo traccia di tutta la filiera). Credo che qualsiasi azienda di
smaltimento rifiuti chieda la provenienza dei materiali, per non
sobbarcarsi oneri di altri comuni.

- va poi documentata anche la cessione a terzi dei pc ricondizionati. Al
faber abbiamo sempre fatto il comodato d'uso gratuito, che obbligava il
ricevente a smaltire il pc secondo legge o a restituirlo al faber e che
sollevava il faber da qualsiasi responsabilità nel suo utilizzo errato
(tipo installazione di programmi non legali o danni che potevano essere
arrecati a persone o cose dall'uso improprio del pc).

- sarebbe importante capire di chi è la responsabilità civile/penale
durante il recupero/ricondizionamento dei pc e fare una eventuale
assicurazione ad hoc che copra eventuali danni. Ad esempio: se casca un pc
sul piede di uno che sta ricondizionando un pc e glielo frantuma e questo
vuol essere risarcito, chi paga? Al Faber fortunamente non è mai capitato
in tanti anni, ma di incidenti ne sono successi tanti (abbiamo una
assicurazione per i soci).

Se vuoi qualche altra info scrivimi pure fuori lista

Ciao

Piergio
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