[bglug] Social network per bambini

Alain Bravo alain.cesare.bravo@gmail.com
Dom 1 Nov 2015 23:24:42 CET


Secondo me l'approccio non è con il tipo di social, ma con il tipo di
approccio.
Un genitore che monitora il figlio lo può fare benissimo anche con
facebook, il fatto che sia un altro social non lo esime da pericoli, anzi,
proprio perché è palesizzato come social per bambini è una manna per
maleintenzionati, mentre se tu li educhi nel modo corretto sanno reagiagire
al meglio.
Ti facci un esempio: qualche anno fa mi sono trovato aggiunto su msn da una
che aveva 12 anni ed era per me una illustre sconosciuta, e io di anni ne
avevo 22. Lì i genitori dov'erano? ed era uno strumento innoquo come msn.
Se poi c'è il genitore che monitora il tutto non cambia molto.

Il giorno 1 novembre 2015 21:05, Daniele Pitrolo <d.pitrolo@gmx.com> ha
scritto:

>
> >> Il giorno 01/nov/2015, alle ore 20:31, Daniele Pitrolo <
> d.pitrolo@gmx.com> ha scritto:
> >>
> >> La prima è che "controllabile dai genitori" mal si sposa con l'idea di
> >> evitare la censura. O dai fiducia, o no. Ma forse ho sovrainterpretato
> >> la frase.
> > Per “controllabile” intendo dar la possibilità ai genitori di monitorare
> le conversazioni. Lo so che sembra censura, ma devi capire anche il punto
> di vista dei genitori; ci sarà sicuramente qualcuno che vorrà decidere al
> posto del figlio, e sicuramente deciderà di censurare lo strumento se
> questo non prevede questo tipo di controllo.
> > Nessuno si può permettere di discutere come un genitore decide di
> educare il proprio figlio, lo si accetta e basta.
>
> Perfettamente d'accordo. E mi sembra sbagliato fornire strumenti che
> assecondino scelte negative.
> Ma possiamo escludere l'elemento dalla discussione: porta a differenze
> di vedute di base (tu vuoi fornire lo strumento, pronto a cedere sulle
> sue caratteristiche, mentre io -che mi limito a parlare- non lo fornirei
> se non risponde a certe garanzie).
> >> La seconda riguarda lo strumento stesso: la posta elettronica non basta?
> >> Una bella lista di discussione…
> > Stiamo parlando di scuola primaria: bambini dai 6 ai 10 anni…
> > E lo scopo è abituarli ad usare social network, in modo tale che quando
> chiederanno di Facebook, Twitter o altro, avranno già esperienze di
> comunicazione con altre persone che hanno idee differenti dalle proprie, e
> magari le esprimono in modi diversi.
> Non vedo in cosa si trovi la differenza fondamentale tra "Twitter" e
> "Lista di distribuzione": comunicare, scambiare idee, dire sciocchezze,
> cose serie...
> Facendo il moralista, invece, direi che se l'obiettivo è prepararli ad
> essere il prodotto di una piattaforma che con il suo SaaS privativo ruba
> dati personali a mezzo mondo, allora non è un grande obiettivo.
> E per introdurli al mondo della pubblicazione, della parola pubblica (lo
> spazio nel quale quanto esprimi viene conservato, per sempre, visibile
> da tutti), mi sembra presto: io non sarei riconoscente a chi avesse
> immortalato le mie uscite di quando ero alle elementari.
>
> Daniele
>
> --
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